Carte clonate e prelievi illeciti, arrestati 2 bulgari residenti ad Ardea dalla Polizia Postale di Latina
LATINA | ARDEA (RM) – E’ stato il personale della Sezione di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Latina, a conclusione di una complessa indagine, ad arrestare due cittadini bulgari, T. R. T. e M. V., rispettivamente di anni 28 e 23, residenti nel Comune di Ardea (RM), entrambi con diversi precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio, ed a denunciare in stato di libertà un terzo connazionale, 35enne, fratello di T.R.T. e marito della M.V.
I tre sono stati sorpresi mentre tentavano di asportare dallo sportello automatico bancomat (ATM) dell’Ufficio Postale “Latina 5” un manufatto in plastica (il cosiddetto skimmer), notoriamente utilizzato per “catturare” il denaro emesso dallo sportello.
Il reato loro contestato è quello di installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche.
Le indagini degli investigatori hanno avuto origine diversi mesi fa quando, nel periodo compreso tra Agosto e Ottobre 2013, alcune anomalie rilevate all’interno di diversi A.T.M. della provincia di Latina hanno successivamente permesso ai poliziotti di accertare che alcune apparecchiature elettroniche per la “cattura” dei codici contenuti nelle bande magnetiche delle carte bancomat, fossero state illecitamente installate proprio su quei dispositivi di prelievo.
Gli agenti della Polizia Postale sono riusciti a risalire ai dati che, così carpiti, venivano trasmessi via internet ai complici della banda, al momento non ancora identificati, che si trovavano in Vietnam e in Indonesia e i quali, a loro volta, dopo aver realizzato i cloni delle carte bancomat, perfettamente funzionanti come i supporti originali rimasti nel frattempo nella disponibilità delle singole vittime, venivano utilizzati per compiere operazioni di prelievo.
Le operazioni venivano effettuate presso gli A.T.M. di alcuni Istituti bancari esteri di Denpasar (Bali), Badung (Indonesia) e Hochiminh (Vietnam).
Gli investigatori hanno accertato che le Agenzie postali interessate dagli illeciti prelievi sono quelle di Campoverde, Borgo Montello, Borgo Podgora, Latina 5, Borgo San Michele, Borgo San Donato, Sezze Stazione, Borgo Hermada, Sperlonga, Colli di Suso e Doganella di Ninfa ed hanno stimato che l’ammontare complessivo delle somme illecitamente acquisite dal gruppo si aggira intorno ai 48.000 €.
Nei loro confronti la Polizia Postale ha acquisito molteplici prove, anche attraverso i fotogrammi delle telecamere installate sugli apparati A.T.M. interessati, che dimostrano inconfutabilmente la presenza dei due giovani bulgari ripresi nei luoghi e negli orari in cui sono stati effettuati i prelievi e mentre sono intenti ad applicare lo skimmer.
Il dispositivo infatti veniva di volta in volta applicato agli sportelli bancomat e, abilmente realizzato nelle forme, profilo e colorazione, del tutto identici all’ originale, evitava che gli utenti potessero accorgersi della sua presenza.
Gli investigatori ritengono infatti che il dispositivo skimmer realizzato in maniera così precisa, possa essere stato addirittura illecitamente scardinato da uno sportello A.T.M. della stessa marca e modello di quelli interessati, e all’interno del quale, grazie ad affinate tecniche di cesellatura, sarebbe stato successivamente nascosto l’apparato elettronico miniaturizzato e munito di microcamera idonea alla ripresa delle immagini appositamente direzionate sulla tastiera numerica del bancomat stesso.
Le immagini così inquadrate avrebbero quindi “catturato” tutte le fasi della digitazione dei codici segreti PIN, i quali, successivamente al distacco delle apparecchiatura, venivano “scaricati” e abbinati agli altri dati, catturati nei medesimi istanti da un altro congegno (skimmer), idoneo invece a copiare i dati inseriti nella banda magnetica delle carte bancomat.
I due fratelli bulgari, nonostante risultino privi di occupazione, e vivano di espedienti, hanno postato sul profilo Facebook di T. R. numerose fotografie nelle quali ostentano sfacciatamente un alto tenore di vita, facendosi ritrarre a bordo di vetture di grossa cilindrata e mentre mostrano, disposti a “ventaglio”, mazzi di banconote.
Carte di credito clonate
L’operazione appena illustrata si inquadra in un più ampio dispositivo posto in essere dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma a tutela dei mezzi elettronici di pagamento, e che ha già ottenuto alcuni risultati positivi portando all’arresto di altre persone che “operano” nel settore.
La scorsa notte infatti, gli investigatori di viale Trastevere, hanno tratto in arresto un cittadino rumeno, P.M.C., di anni 28, trovato in possesso di ben 12 carte di credito appena contraffatte.
Mentre nel fine settimana, il Compartimento di Roma ha intercettato e denunciato in stato di libertà, tre cittadini ucraini, S.R., di anni 39, M.Y., di anni 35 e R.S., di anni 28, sorpresi nell’atto di monetizzare una ingente somma sottratta ad una Onlus tramite phishing, cioè quell’attività criminale che consiste in una truffa realizzata attraverso internet, con cui i malviventi inviano agli utenti e-mail simili, nell´aspetto grafico, a quelle provenienti da banche o siti dove è necessaria una registrazione.
Con la e-mail si invita l’utente a validare l’identificativo utente, la password o altri dati personali e a collegarsi a uno specifico sito web, cliccando su un link segnalato sulla pagina stessa.
Questo collegamento, in realtà, rimanda ad un sito molto simile all’originale, dove è chiesto di inserire i propri dati (password, account, estremi carta di credito), che, in questo modo, vengono carpiti dal truffatore, che poi li riutilizza per compiere transazioni e operazioni fraudolente.