Colleferro. “Cibiltà” un progetto di comunicazione contro lo spreco alimentare. Realizzato grazie al contributo della Città Metropolitana di Roma Capitale

Nola FerramentaNola Ferramenta

COLLEFERRO – Nel pomeriggio di ieri, 10 Marzo, nell’Aula Consiliare del Comune di Colleferro, è stato presentato pubblicamente il progetto “Cibiltà”.

Farmacia Comunale Colleferro ScaloFarmacia Comunale Colleferro Scalo

“Cibiltà: usiamo il cibo civilmente, Colleferro non spreca” è un progetto di comunicazione contro lo spreco alimentare, reso possibile grazie ai contributi assegnati dalla Città Metropolitana di Roma Capitale con la compartecipazione economica del Comune di Colleferro e fortemente voluto dagli Assessori Diana Stanzani e Giulio Calamita che lo hanno spiegato nel corso dell’incontro.

«Con questa conferenza stampa – ha affermato Calamita – avviamo il progetto “Cibiltà” un progetto che abbiamo vinto come Comune di Colleferro, finanziato dall’Area Metropolitana di Roma Capitale riguardante la riduzione del fenomeno dello spreco alimentare.
Il progetto ha la duplice veste di condurre ad una riduzione dei rifiuti organici che nell’ambito della raccolta differenziata è una di quelle ce ci crea difficoltà nella gestione dal momento che ancora oggi nel Lazio si fa fatica a creare un ciclo virtuale di smaltimento.
La pratica migliore, quando si parla di rifugi, è cercare di ridurne la produzione. Per esempio ci siamo abituati ad utilizzare le borracce metalliche per ridurre la produzione del rifiuto plastico.
Quando si parla di cibo, la questione è un po’ più complessa. Esiste il compostaggio domestico che consente di trattare il rifiuto organico per un riuso.
Un altro modo è quello di evitare che il rifiuto organico, o almeno parte di esso, finisca in pattumiera.
Molto spesso il cibo che buttiamo è cibo buono. Non solo quello che abbiamo acquistato e cucinato, ma anche quello che a pochi giorni dalla scadenza viene tolto dagli scaffali dei supermercati.
In un contesto mondiale in cui milioni di persone non riescono ad accedere al cibo, ci permettiamo di sprecare del cibo che è buonissimo, utilizzabilissimo e che magari una volta lavorato diventa anche un grande prodotto.
Non abbiamo questa velleità…
Come Amministrazione comunale abbiamo messo a punto questo progetto – in collaborazione con Achab, una società con la quale abbiamo collaborato anche alla vigilia dell’avvio della raccolta differenziata – che svilupperà tutta una serie di iniziative di comunicazione e di sensibilizzazione fino ad arrivare alle realtà che si occupano dei più bisognosi e qui interverrà il rapporto con le Parrocchie che sono oggi qui presenti.
È un percorso che l’Amministrazione sosterrà in ogni modo possibile e che sinteticamente mira da un lato alla riduzione dei rifiuti organici e dall’altro al recupero ed alla distribuzione del cibo ancora perfettamente commestibile. Ringrazio gli attori che collaboreranno direttamente alla realizzazione del progetto, ma soprattutto invito i cittadini a rendersene partecipi attivamente».

«Ragioniamo su “Cibiltà” ormai da diverso tempo – ha esordito l’Ass. Diana Stanzani -. È un percorso che faremo insieme. È un percorso di natura ambientale ma anche e soprattutto di natura sociale.
L’aspetto sociale di questo progetto vede la collaborazione con le istituzioni scolastiche e le Caritas.
Il tema dello spreco è strettamente connesso alle eccedenze che non vengono consumate e che sarebbero destinate a divenire rifiuto. Tenteremo di recuperarle per poi ridistribuirle, ovviamente nel rispetto di tutte quelle che sono le regole e le normative del settore.
Trovo il brand “Cibiltà” estremamente significativo perché a volte con ol cibo abbiamo un rapporto un po’ particolare senza avere la consapevolezza di quanto si potrebbe recuperare e di quanto si potrebbe lasciare nei negozi o nei supermercati.
Quello che vorremmo realizzare è una nuova educazione all’utilizzo del cibo e, laddove ci sono delle eccedenze, utilizzarle per fare del bene agli altri.
Sarà un lavoro importante. Stiamo già contattando le scuole che stanno comunque rispondendo bene.
Un ruolo fondamentale sarà svolto dalle Caritas e dai parroci.
Vedremo, in itinere, come organizzare al meglio…
Come servizi sociali a 360° siamo stati impegnati con il Covid, lo siamo adesso con la guerra in Ucraina, e stiamo ora realizzando questo progetto. In tutti i casi quando si producono questi percorsi di solidarietà piuttosto che di educazione, al di là dello “slancio umano”, è necessario che questi percorsi vengano realizzati da chi li conosce. Perché un progetto funzioni, di qualsiasi natura esso sia, nell’ambito dei Servizi Sociali è importante che a guidarlo siano persone che hanno già esperienza nel settore.
Altrimenti si rischia di fallire e di non dare senso e completezza a progetti che sono estremamente importanti.
Noi saremo dunque l’“altro braccio” – quello sociale – di questo progetto “Cibiltà”…»

Ecoerre-Poliambulatorio_SpecialisticoEcoerre-Poliambulatorio_Specialistico

Ad entrare più nel merito specifico dell’intera iniziativa è intervenuta la d.ssa Elena Pannone del settore commerciale della Achab srl Società Benefit che si occuperà dell’organizzazione di questa campagna di comunicazione.

«Inizia oggi – ha detto la d.ssa Pannone – la campagna di comunicazione del progetto “Cibiltà”.
È un progetto che prevede due “macro-azioni” molto importanti: da un lato la comunicazione e dall’altro la parte operativa che sarà gestita in prima linea dalle Caritas.
Lo spreco alimentare riguarda quel cibo che ha perso valore commerciale per cui non può più andare nella distribuzione della vendita, ma di per sé può ancora essere destinato al consumo umano.
È necessario iniziare a guardare al cibo ed al relativo spreco con un’ottica diversa.
Bisogna rendersi conto che ridurre lo spreco alimentare porta benefici su un fronte molto più ampio.
In questa epoca il cibo di prima necessità è generalmente un cibo economicamente accessibile e non molto costoso. Per questo motivo il consumatore che acquista cibi di prima necessità tende a non dare molto peso alla perdita economica che possa derivare dallo spreco di quello stesso cibo.
Si aggiunga che la tendenza dei mercati cosiddetti “maturi” è tesa a non scoraggiare lo spreco, cioè a presentare una quantità infinita di cibo perché significa ricchezza.
L’origine dello spreco più provenire da varie filiere. Dalla filiera iniziale, quella della produzione del cibo, quindi dal campo, fino ad arrivare alla tavola.
Per quanto riguarda la perdita di cibo nella prima fase, nel campo – per esempio in conseguenza di condizioni meteo avverse – non è possibile intervenire.
Dove certamente si può intervenire è a tavola, al ristorante o a casa.
È stato statisticamente verificato che oltre al cibo che viene perso, vengono vanificati anche gli investimenti necessari per portare quel cibo sulla nostra tavola: l’acqua per le produzioni agricole, carburanti e fertilizzanti, l’energia necessaria al trattamento (frigoriferi, etc…) nonché le emissioni di CO2 per il trasporto…
Lo spreco di cibo ha anche dei veri e propri risvolti economici: una famiglia di quattro persone in un anno spreca cibo per un equivalente di 440 euro… anche se in tempo di covid queste cifre hanno subito delle variazioni…».

Nell’iniziativa – si legge nel comunicato stampa «Verranno coinvolte scuole, ristoratori, associazioni di volontariato e famiglie con il duplice obiettivo di sensibilizzare promuovendo la logica del riuso e del riciclo (anche in cucina ed al ristorante) e di fornire strumenti adeguati che permettano un concreto cambiamento delle abitudini, sviluppando forme di coesione volte a sostenere chi si trova in momenti difficili.
Un esempio? Verranno consegnati ai ristoratori aderenti le Family Bag, ovvero i contenitori realizzati in materiale eco sostenibile che permettono ai clienti di portare a casa eventuali eccedenze di pietanze dal ristorante. Un modo semplice ed intelligente per poter gustare in un secondo momento i piatti non completamente consumati, evitando che ciò che rimane nel piatto finisca in pattumiera, diminuendo così la produzione di rifiuto organico ed evitando sprechi, un segno di rispetto verso quei popoli nel mondo che non hanno a disposizione abbastanza cibo per sostenere le proprie famiglie. 
L’abbondanza di cibo disponibile e lo spreco dello stesso, rappresentano al giorno d’oggi uno scoglio da superare verso una qualità di ambiente e di vita migliore. Si stima che un terzo della produzione mondiale non raggiunga le nostre tavole. Azioni coordinate tra privati, ristoratori e scuole rappresentano una risposta efficace, locale e al passo con i tempi, per ridimensionare questi numeri. 
La prima fase del progetto prevede il coinvolgimento capillare dei ristoranti e la distribuzione di appositi kit di materiali agli aderenti, composti dai contenitori Family Bag con il logo dell’iniziativa da consegnare ai clienti, vetrofanie di riconoscimento ed espositori informativi da tavolo in lingua italiana e inglese. Seguiranno una campagna di comunicazione rivolta alle famiglie e ai visitatori, la distribuzione di materiali dedicati ai negozi della piccola e grande distribuzione e azioni concrete di riduzione degli sprechi nelle mense scolastiche.
Parallelamente le buone abitudini contro lo spreco alimentare verranno portate anche sui banchi di scuola attraverso progetti educativi differenziati che interesseranno gli alunni della scuola Primaria e Secondaria di Secondo Grado presenti sul territorio comunale e che vedranno, in molte occasioni, il coinvolgimento anche delle relative famiglie con attività giocose ma che fanno riflettere molto sui comportamenti errati a partire proprio dalle nostre cucine».

F.to Il Sindaco Pierluigi Sanna, il Vice Sindaco Giulio Calamita , l’Assessore ai Servizi Sociali Diana Stanzani