Colleferro. “Fabbrica di Futuro”. Siglato un importante accordo tra Sapienza Università di Roma e Comune di Colleferro

Nola FerramentaNola Ferramenta

COLLEFERRO – Nella mattinata di oggi, 26 Novembre, nella Sala Consiliare del Comune di Colleferro si è tenuta una conferenza, dal titolo “Fabbrica di Futuro”, che aha illustrato le premesse e le prospettive di un importante accordo tra Comune e Sapienza Università di Roma per la realizzazione di uno spazio condiviso, quale punto d’incontro tra il territorio, l’università ed il mondo del lavoro.

Farmacia Comunale Colleferro ScaloFarmacia Comunale Colleferro Scalo

All’evento, oltre ai relatori e ad un numeroso pubblico, erano presenti anche il Dirigente del locale Commissariato della Polizia di Stato, d.ssa Rita Sverdigliozzi, il Comandante la Compagnia dei Carabinieri, Cap. Vittorio Tommaso De Lisa e la Comandante la Compagnia della GdF, Cap. Alessia Mazzaferri.

Ad aprire l’incontro è stato l’Assessore al Lavoro Francesco Guadagno il quale, dopo aver salutato i convenuti, è entrato nel merito della conferenza.

Ecoerre-Poliambulatorio_SpecialisticoEcoerre-Poliambulatorio_Specialistico

«Dopo l’idea di Colleferro Capitale Europea dello Spazio – ha affermato Guadagno – oggi lanciamo un’altra sfida, quella dell’innovazione tecnologica.
Un’innovazione tecnologica che però siamo convinti vada messa a disposizione del territorio e possa diventare un grande laboratorio di innovazione sociale.

Nuova DolciariaNuova Dolciaria

Parliamo di creare ecosistemi diversi tra di loro che si parlano, si contaminano, e quindi riescono ad arricchire il patrimonio intellettuale delle nostre aziende e anche a potenziare il livello occupazionale.

Lo facciamo grazie alla presenza di Sapienza Università di Roma.
Perché con la sottoscrizione di questo accordo il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale diventa un partner tecnico-scientifico di questo nostro territorio con l’obiettivo di creare dei laboratori congiunti, dipartimento-aziende, con l’ambizione di potenziare tutto il discorso dell’esterno su questo nostro territorio, sia in un ambito di divulgazione, ma anche in un ambito di ricerca, e tentando la contaminazione di competenze tra gli universitari di Sapienza e i ragazzi delle nostre scuole superiori, proprio per coinvolgere questi ragazzi nelle nuove sfide tecnologiche e scientifiche che poi sono il futuro del nostro Paese.

Da questo punto di vista il progetto camminerà su un binario parallelo: da un lato le aziende, dall’altro la formazione, tentando di potenziare l’empowerment, sul mondo del lavoro e sulle nuove competenze.

Da qui la volontà di costruire delle iniziative mirate a riallineare le competenze rispetto a quelle che sono le reali esigenze del mondo del lavoro
Far tornare al centro della scena anche tutte quei lavori, manuali o artigianali, che possono operare in un territorio come il nostro soprattutto con la presenza dell’indotto importante delle grandi industrie che diventano un volano di sviluppo importante.

In un tempo in cui il malcontento corre veloce e la discussione sull’attualità si impantana in visioni corte, credo che la politica debba andare in senso totalmente inverso: deve deve saper leggere l’attualità in cui viviamo, e saper dimostrare di governare determinati processi rispetto al futuro, mettendo al centro i giovani, che sono il più grande patrimonio che in questo territorio possiamo vantare.
Il nostro progetto credo che sia un po’ la sintesi di questi aspetti. A noi spetta renderlo veramente efficace per segnare un pezzo importante del futuro di questo nostro territorio…».

La parola è poi passata al Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna.

«La mattinata di oggi – ha affermato il Sindaco di Colleferro – è una mattinata che serve a dare uno spaccato, soprattutto ai ragazzi, soprattutto al mondo della scuola, rispetto alle opportunità che questo tipo di progresso può dare a questo territorio.
Se noi guardiamo il gettito Irpef degli ultimi 5 anni, ci accorgiamo che questo è costantemente aumentato.
Ora, il gettito Irpef dell’imposta comunale può aumentare per due ragioni: se aumenta l’aliquota, oppure se aumenta l’occupazione.
Bene, noi l’aliquota non l’abbiamo aumentata, quindi è aumentata l’occupazione.
Potremmo chiederci se questa crescita stabile, sia sempre una crescita giusta… Noi abbiamo completato l’area industriale, anche e soprattutto nella parte logistica.

Però quell’occupazione, seppure molto dignitosa e molto importante, ha creato particolari momenti di tensione, con manifestazioni che inevitabilmente hanno evidenziato le difficoltà che la stagionalità (oltre ai 600 a tempo indeterminato) in genere provoca alla vita delle persone perché lavorare tre mesi, sei mesi e poi fermarsi non è una delle cose migliori che si può augurare ad una ragazza, ad un ragazzo che si approccia alla vita con qualche ambizione di stabilità.

D’altro canto invece il settore aerospaziale ha assicurato un’occupazione stabile in crescita perenne perché in questi anni noi abbiamo assistito ad una crescita continua.
Anzi si è in difficoltà perché oggi non si trova più la manodopera specializzata.
È anche una questione di costume. Se le famiglie si vergognano a mandare i figli all’Istituto Professionale, in una città dove nella maggior parte dei casi le migliori maestranze sono passate per l’Ipia, questo è un concetto sul quale occorre interrogarsi.
Per fortuna l’Istituto Tecnico ha retto di più…
Ora noi consideriamo che questa deve essere ancora la città del lavoro, così l’ha definita Paolo VI in quella famosa visita.
Pensiamo che questa sia ancora una città di lavoratrici e di lavoratori […].

D’altro canto però dobbiamo dare ai nostri ragazzi una prospettiva che loro possono scegliere o non scegliere, ci mancherebbe altro. È tutto riservato alla loro libertà totale. Però la prospettiva è quella di un accesso alla scuola superiore e di un accesso all’università che sia indirizzato.
Perché o questo diventa un distretto, o questo diventa un territorio che prima o poi la crisi industriale la affronterà.

Ora non è che non abbiamo mai affrontato crisi industriali, però noi al contrario dei nostri vicini di casa, penso soprattutto alla provincia di Frosinone, le crisi industriali le abbiamo superate, tutte, perché da ogni crisi industriale ci siamo ripresi.
Qui non c’è stata la Caporetto che c’è stata magari nel centro sud della provincia di Frosinone dal punto di vista della produzione.
Qui la produzione c’è ancora, c’è l’area logistica, c’è l’area artigianale, c’è l’area industriale, tradizionale, novecentesca.

La nostra area industriale è un’area produttiva a tutti gli effetti che ha bisogno però di un indirizzo nuovo. Che ha bisogno però di un accordo fra le istituzioni, universitarie, scuole superiori, Comune, Regione e poi col sindacato, perché il lavoro deve essere un lavoro giusto, equo, un lavoro che tiene al centro la persona e che ne garantisce lo sviluppo pieno.
Il tema non può essere un tema soltanto di gettito Irpef naturalmente, il gettito Irpef dà l’indirizzo.
Il tema deve essere un tema di preparazione dei prossimi 5, 10 o 20 anni. E non è soltanto una questione che attiene alla produzione aerospaziale, è una questione generale che attiene alle tecnologie, all’intelligenza artificiale, ai dati informatici.

La logistica va bene, ci mancherebbe, probabilmente iniziare a parlare della logistica dei dati oltre che di quella delle merci. Perché in questo paese ci sono città metropolitane, tipo quella di Milano, che da qualche anno stanno dimostrando che il futuro sta nella trasformazione delle informazioni in dati che su fibra movimentano l’economia e il potere che oggi passa attraverso l’informazione, la gestione dei dati, delle informazioni generali.

In questo senso, noi che siamo stati sempre pionieri, noi che nel 1912 quando nessuno aveva nemmeno l’acqua in casa, avevamo già gli stabilimenti, noi che nel 60 lavoravamo al carrello dell’Apollo, quando ancora bisognava elettrificare il Paese e che oggi siamo l’unica città italiana che porta l’Europa nello spazio, perché da quello che sappiamo i francesi non voleranno molto presto, probabilmente avranno dinanzi a loro un anno intero di attesa rispetto all’Ariane, quindi viaggerà soltanto Vega come lanciatore pubblico del vecchio continente.
[…] Però in questo senso è giusto che l’accordo di stamattina venga siglato e venga inserito all’interno di un quadro, anche geograficamente riconoscibile.

Sta tutto qua. Questa era la direzione della fabbrica, da qui si è partiti cent’anni fa. Il progetto Amoi, vinto con i fondi della Città Metropolitana su un bando europeo, inserito all’interno di un locale abbandonato della vecchia fabbrica, si farà all’ingresso di Via Romana.
Dentro il progetto Amoi c’è l’università, ci sarà la sperimentazione sulle nuove materie, sul 3D legato all’economia aerospaziale. Di fronte c’è il Museo Marconiano, che va riaperto immediatamente e che è un museo dedicato al processo tecnologico dell’uomo nella storia. Lì dentro ci verrà il Centro per lo Spazio.

Il tema è un tema di distretto.

[…] Se questo territorio si candida a diventare il distretto delle tecnologie più avanzate, che siano esse l’Aerospazio in questo caso, che siano esse l’intelligenza artificiale, la sperimentazione sulle nuove materie, le informazioni, i dati, la logistica dei dati, e tutto ciò che può consentire un progresso industriale di lunga durata, che consenta di mantenere un tasso occupazionale di qualità alto, e allo stesso tempo di non inquinare l’ambiente, questi sono i tre pilastri: puntare tutto sulle questioni del futuro, come sempre abbiamo fatto noi colleferrini; avere la garanzia di un’occupazione stabile; ed il rispetto dell’ambiente.

Tutto questo si riferisce all’interno di una prossima apertura della Via Romana che si farà il 4 Dicembre.
Un’apertura parziale che consentirà in un trimestre di arrivare alla conclusione e all’effettiva utilizzazione totale ddi un’arteria che inevitabilmente apre un diaframma.
Costituisce un diaframma fra la fabbrica e la città, con al centro i luoghi di studio e di preparazione. Questo è il concetto.
C’è la città, c’è la fabbrica e al centro ci stanno i luoghi dove i ragazzi, o nelle Scuole Superiori, o nell’Its, o nella giusta collaborazione con l’Università, si formano per avere poi la possibilità di entrare nei cancelli, come si diceva una volta, con la possibilità di lavorare, di rimanere su questo territorio, di non emigrare e di generare ricchezza.

Noi in fin dei conti miglioriamo la qualità della vita delle comunità soltanto se generiamo ricchezza. Questa roba tutto è, tranne che teoria.
Ho parlato poco dal punto di vista retorico stamattina, ho parlato più dal punto di vista pratico, perché vorrei che i ragazzi soprattutto, e gli insegnanti sentissero, anche le aziende che vedo presenti, sentissero che da parte nostra c’è questa spinta.

La Delega degli Enti Locali allo sviluppo economico.
Allora in alcuni casi si spinge sempre verso lo sviluppo economico, però lo sviluppo economico cammina se qualcuno, la gente prima la prepara. Se la gente, nessuno la prepara, sì, si cresce ugualmente, però magari l’ingegnere aerospaziale arriverà da Verona o da Napoli o dalla Polonia o dall’Ungheria, da tante altre nazioni che invece il tema delle materie Stem, piuttosto che in generale delle materie scientifiche, ce l’hanno più chiaro.

Questa cosa è di difficile comprensione rispetto al mondo dei presidi, perché ogni volta che l’ho detta, i presidi si sono irrigiditi, perché hanno sempre paura in questa loro trasformazione in aziende competitrici, che qualcuno gli tolga dieci studenti e li porti in un’altra parte.
Ecco questo forse è uno dei più grandi errori fatti con la scuola, mettere in competizione i dirigenti scolastici, però l’indirizzo che le istituzioni, in maniera collegiale, possono dare alla vita scolastica, alla vita sociale di fatto della città, della comunità, può essere un indirizzo che li porta ad essere immediatamente collocati nel mondo del lavoro.

Sapete che le aziende vanno all’Ipia a cercare i ragazzi del quarto perché quelli del quinto sono già tutti prenotati, fra virgolette.
E tante volte aziende come Avio, non solo per gli operai, ma per i quadri, per gli ingegneri, per i dirigenti, fanno fatica nel reclutamento, perché effettivamente la richiesta di Roma è talmente forte, che tanti ragazzi scelgono di andare a Roma (anche nella Sanità),, piuttosto che venire a lavorare in una città di provincia seppur ben collegata dai mezzi pubblici…».

A seguire, è stata la volta della Consigliera regionale Emanuela Droghei, componente della XI Commissione – Sviluppo economico e attività produttive, start-up, commercio, artigianato, industria, tutela dei consumatori, ricerca e innovazione della Regione Lazio.

«Questa è un’occasione davvero importante – ha esordito la Consigliera regionale – intanto è di lancio per un progetto davvero innovativo, ma è anche un momento di riflessione su quello che c’è, su quello che serve e su quello che sarà.
Voglio ringraziare in particolare anche l’Università La Sapienza perché io trovo molto coraggiosa questa scelta, di uscire fuori dai confini romani.

Sappiamo bene che la Capitale è un grande attrattore che però troppo spesso risucchia tutte le energie positive e diciamo anche che cattura tutte le attenzioni sui progetti innovativi che riguardino le imprese, che riguardino la cultura, che riguardino insomma tutto il mondo della trasformazione che le città possono mettere in campo.

Quindi mi sembra un atto molto coraggioso, da parte della più grande università d’Italia, venire ad investire in un Comune di provincia, seppure dai connotati così innovativi, perché spostarsi, per un’istituzione così grande, non è mai semplice.

E non lo dico in una chiave logistica, naturalmente, ma lo dico più in una chiave culturale… Quindi grazie; grazie in particolare al professor Carcaterra che oggi la rappresenta e che ha messo a disposizione la sua competenza e il suo ruolo per questo progetto.
Io avevo il compito di parlarvi appunto dell’esperienza degli Open Innovation in Regione Lazio.
In realtà c’è poco da dire ancora.

Questa giornata è importante anche per questa ragione, perché Colleferro si candida – come ha fatto tante altre volte, sempre sui segmenti dell’innovazione – ad essere la prima città che svilupperà, mettendola a terra, una legge approvata nella precedente legislatura sotto la giunta Zingaretti, una legge fortemente voluta, lo voglio ricordare da un collega che in questo momento non è più in Consiglio, Enrico Forte, che l’ha pensata, l’ha scritta e l’ha fatta tenacemente approvare in Consiglio nell’ultima fase della consiliatura.

Questa è stata una legge molto innovativa che ha preso spunto da diverse esperienze in Italia che però non sono ancora tutte messe a sistema, ed essendo stata approvata nell’ultima fase della legislatura Zingaretti, purtroppo non ha visto il compimento.
Quindi credo che sia stato molto coraggioso da parte di Francesco (Guadagno), da parte del Sindaco Sanna, insomma, provare a dare cambio, anche perché questa, diciamoci la verità, è una legge non finanziata al momento.

Abbiamo fatto una battaglia in Consiglio, come Partito Democratico, per rifinanziarla.
Questa è una legge sulla quale erano stati messi 3 milioni di euro, che sono stati tolti dalla Giunta Rocca, perché evidentemente non veniva reputata una legge prioritaria, e abbiamo riproposto però come opposizione, come Partito Democratico, con un emendamento a mia firma, di rifinanziarla proprio perché crediamo nella bontà di questo strumento.

Sono molto contenta di vedere in sala ragazze e ragazzi perché questo un momento – anche se può sembrare difficile da comprendere – che riguarda innanzitutto voi.
Prima voi, delle aziende; prima voi dell’Amministrazione; prima voi dell’Università…
Perché è in questo momento, in questo luogo, con questa progettazione, che noi proviamo ad accompagnare anche il vostro futuro, il vostro, perché no, progetto di vita. E forse anche il vostro desiderio di restare nel vostro Comune, nel vostro territorio, insomma, che vi ha visti nascere e crescere.

Faremo appunto tutto il necessario affinché questa legge possa riavere delle gambe, soprattutto delle gambe economiche, e faremo tutto quello che è necessario per metterla a disposizione del Comune di Colleferro, perché il lavoro che avete fatto oggi, l’accordo che sottoscriverete con l’Università, con le aziende, è un lavoro preparatorio importantissimo.
So che avete anche individuato una sede per l’Open Innovation Center e sarà molto bello ritrovare tutta questa platea per inaugurarlo nei prossimi mesi.

Però io credo anche che ci sono dei pezzi che mancano, e io sono qui per prendermi un impegno oggi, perché la parte che manca è la parte che raccontava bene il Sindaco, è tutta la parte di formazione, perché la nostra è una regione molto innovativa su alcuni strumenti, ma forse ancora un pezzo indietro per altri.

E sarebbe davvero bello che questo sia un distretto che si candidi ad essere il distretto delle tecnologie più avanzate.
Noi abbiamo già una larga parte industriale che si occupa di servizi sanitari, che si occupa di ricerca nel mondo della parte medicale.
Siamo stati una regione all’avanguardia, purtroppo adesso invece siamo in grande sofferenza per la parte dell’automotive.
Quindi guardare al futuro, rilanciare progetti di questo tipo, sicuramente aiutera ma aiutera se noi mettiamo in campo delle azioni di sistem.
La legge sugli Open Innovation Center è un pezzo.
Io credo, e lo dico ogni volta che mi capita, che noi abbiamo un grande problema che riguarda la formazione professionale in questa regione.

La formazione professionale è una delle deleghe più importanti, insieme a quella della sanità, che hanno in capo le regioni, tutte le regioni, ma noi da questo punto di vista siamo molto indietro.
Formiamo tanti parrucchieri, tante estiste, tanti cuochi, tanti camerieri, ma ancora come sistema regione non siamo stati in grado appunto, di formare ragazze e ragazzi alle professioni più innovative, che riguardano anche il progetto che voi oggi state sviluppando, perché l’Open Innovation Center sarà un luogo dove ritroveremo la ricerca, le università, le piccole e medie imprese, le amministrazioni, ma ritroveremo anche le professionalità.

E allora è vero che abbiamo un grande bisogno di formarle queste professionalità, di individuare i segmenti più innovativi e di creare attorno a questi il sistema lavoro che parte però appunto dal mondo della formazione, anche della formazione professionale, non solamente della formazione universitaria, perché ci sono tanti step dentro l’impresa.

Quindi io credo che su questo possiamo fare ancora, insieme, un grande lavoro a partire proprio dal “laboratorio Colleferro”, perché secondo me è giusto chiamarlo così, e quindi sarà l’impegno della politica nei prossimi mesi e nei prossimi anni in questa legislatura.
Mettere a sistema tutto quanto in modo che ognuno di voi possa essere accompagnato dalla formazione alla ricerca del lavoro e perché no, anche allo sviluppo di una piccola e media impresa sul territorio che vi ha visti nascere e crescere.
E noi ci auguriamo che voi possiate avere gli strumenti per rimanere…».

Gli interventi successivi hanno visto susseguirsi al microfono: il Segretario Generale Cgil Roma-Lazio Natale Di Cola; in videoconferenza, l’Ambasciatore Mario Cospito, Consigliere Diplomatico per lo Spazio del Ministro delle imprese e del Made in Italy, con un passato anche come Responsabile delle relazioni istituzionali di Avio; il Prof. Antonio Carcaterra, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Ingegneria Aerospaziale de “La Sapienza” Università di Roma; il Prof. Mauro Valorani del medesimo dipartimento; l’Ing. Viviana Ferretti, oggi dipendente Avio ma formatasi presso “La Sapienza”; il ricercatore Mario Pindaro Migliorino, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Ingegneria Aerospaziale de “La Sapienza” che ha partecipato attivamente alla “Summer School” – organizzata dalla Cva – prima come studente e dopo come organizzatore.
[È possibile vedere l’intera conferenza a questo link•>]

In particolare il Prof. Antonio Carcaterra ha voluto fare «un’osservazione abbastanza significativa. Ci siamo incontrati la prima volta per immaginare questo tipo di accordo i primi di agosto.
Siamo due istituzioni pubbliche, quindi sicuramente strumenti abbastanza potenti, però in realtà vincolati da tutta una serie di procedure.

Il fatto che in realtà – se togliamo il mese di agosto – siamo riusciti in poco tempo a portare questo accordo alla vostra attenzione, significa che c’era una forte volontà di volerlo attuare.
Noi siamo un dipartimento di ingegneria, io in particolare intervengo oggi come direttore del dipartimento, sono un professore di meccatronica, e in realtà l’opportunità di collaborare con il territorio e di collaborare con l’industria, è un’opportunità per noi importante.
E quindi voglio sottolineare il fatto che per noi è un’opportunità quella di avere un rapporto con il territorio.

Immaginate che oggi il nostro dipartimento è un dipartimento che vede al suo interno 90 persone che sono strutturate – ciò significa sostanzialmente che sono pagate dal Ministero – ma con l’attività che noi svolgiamo, insieme al sistema produttivo, quindi al sistema industriale, arriviamo ad avere 200-250 persone, che sono quindi tutte quante persone molto importanti, giovani, che riusciamo a mantenere all’interno delle strutture universitarie, proprio in funzione di questa interazione con il territorio.

In realtà questa interazione è profonda, perché l’università che un po’, nell’immaginario collettivo, sviluppa problemi di carattere teorico, in qualche modo insegue la ricerca, cioè insegue qualche cosa che è la comprensione di solito di qualche fenomeno, di qualche principio di funzionamento nel caso dell’ingegneria, in realtà invece ha un effetto propulsivo molto forte quando si viene ad incardinare all’interno delle attività di carattere industriale.

Quindi questo è un elemento per noi di grande importanza.
È chiaro che oggi siamo qui perché c’è una storia di collaborazione, ovviamente con Avio, però il nostro impegno sul territorio è presente da tempo. Abbiamo aperto una sede a Latina, abbiamo collaborazioni con il territorio anche qui intorno, su tutta la dorsale pontina fino ad arrivare a Frosinone… quindi esiste una forte interazione tra i nostri laboratori e i laboratori del territorio.
E vorrei dire anche – vedo qui dei giovanissimi che sono presenti in prima fila – di che cosa si alimenta questo sistema, se vogliamo fare un passo indietro.
Si alimenta ovviamente dei giovani, si alimenta di quelle leve che noi andiamo a ricercare molto spesso, anche prima che si diplomino; perché questo è un elemento che permette di alimentare con le nuove generazioni proprio quel meccanismo che è alla base poi del funzionamento, dell’esistenza dell’università.

E fatemi dire anche che in realtà c’è un effetto molto importante sulla parte di formazione.
E l’interazione con i giovani è una delle missioni dell’università.
Fatemi addirittura aggiungere che in realtà proprio un dipartimento di ingegneria che magari nelle sue prospettive ha sempre a che fare con la tecnologia, ultimamente ha dato anche molto spazio alla parte che riguarda proprio la formazione, non dei giovani come voi, ma addirittura dei giovanissimi.
È qui presente anche una nostra collega, la professoressa Gisario, noi abbiamo messo su – all’interno del nostro dipartimento, un anno e mezzo fa – un gruppo che si chiama Engineering Women for Women cioè quindi ingegneria delle donne per le donne. Pur essendo un progetto interno al nostro dipartimento, è utile per andare a cogliere quei talenti addirittura quando i ragazzi sono piccolissimi, cioè sono bambini, vale a dire, che quindi interveniamo addirittura all’interno delle scuole elementari con alcuni progetti, anche perché gli psicologi ci dicono che è quello il momento chiave per poter aumentare in qualche modo la presenza femminile all’interno dei nostri sistemi.

Allora per noi l’interazione con il territorio è un’interazione piuttosto profonda, che va dalla parte dell’alta tecnologia e della interazione con il mondo produttivo per aumentare la competitività del territorio a livello internazionale. Ma d’altra parte invece ha anche la funzione di porgere una mano alle nuove generazioni, perché questo sistema è sostanzialmente un sistema che noi immaginiamo fortemente integrato.

Quindi questo è il messaggio che sicuramente, come dicevano anche il sindaco e l’assessore, è un messaggio che è rivolto soprattutto alla componente più giovane di questa comunità. E all’interno di questo progetto noi ci sentiamo totalmente immersi e totalmente impegnati in quelli che sono poi gli accordi che abbiamo preso con i vostri rappresentanti…».

In chiusura della conferenza, si è proceduto alla firma dell’accordo, sottoscritto dall’Assessore Guadagno, per il Comune di Colleferro, e dal Prof. Antonio Carcaterra per “La Sapienza” Università di Roma.