Colleferro. “Giorno della Memoria”. Celebrato in Biblioteca comunale con la presentazione del libro di Ilaria Patamia “C’era ’n ber sole. Storia di Settimia Spizzichino”
COLLEFERRO (Eledina Lorenzon) – Lunedì 27 Gennaio è stato celebrato, nella Biblioteca comunale “Riccardo Morandi” di Colleferro, il “Giorno della Memoria”, ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell’Olocausto.
È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º Novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria.
Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 Gennaio perché in quella data nel 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
L’incontro, in una biblioteca gremita di un pubblico attento e partecipe, è stato dedicato alla presentazione del libro di Ilaria Patamia “C’era ’n ber sole. Storia di Settimia Spizzichino” (People, 2024) .
Erano presenti oltre all’autrice, il Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna e la Presidente dell’Anpi – La Staffetta Partigiana – Amalia Perfetti che ha curato e firmato la Prefazione del libro.
Un incontro avvincente e commovente per riflettere sul senso di questo giorno e la necessità di curare la memoria, per affrontare questi tempi confusi, dove troppo spesso le nostre certezze sono messe a dura prova.
Il libro, nato inizialmente come pièce teatrale, racconta la storia di due sorelle Settimia e Gentile che saranno, per due anni, divise.
È il 16 Ottobre 1943, il sabato nero del rastrellamento del ghetto di Roma effettuata da truppe tedesche appartenenti alle S.S. con la collaborazione dei funzionari del regime fascista della Repubblica Sociale Italiana, tra le ore 5:30 e le ore 14.
Settimia insieme alla madre Grazia di Segni, le due sorelle Ada con la figlia Rosanna di due anni e Giuditta vengono prelevate dall’appartamento di Via della Reginella 2 il padre, il fratello Pacifico e la sorella Gentile con i tre figli riescono a sottrarsi alla cattura, anche se, in un secondo momento, Pacifico sarà catturato e morirà anche lui a .
Inizia così un tempo sospeso fatto di dolore ed atrocità per Settimia che supererà insieme a Giuditta la selezione, mentre le altre verranno subito inviate alle camere a gas. Giuditta, purtroppo, non sopravvivrà agli stenti.
Settimia nonostante il dolore, le torture, gli esperimenti medici a cui sarà sottoposta e la terribile marcia della morte reagisce, la sua voglia di vivere è troppo forte.
Sarà l’unica donna sopravvissuta alla deportazione degli ebrei romani a tornare da Auschwitz. e la prima a testimoniare con vigore il dramma della Shoah, un impegno che ha onorato per tutta la vita fino alla sua morte avvenuta a Roma il 3 Luglio 2000.
Così ha scritto Settimia nel libro “Gli anni rubati”: «Ci sono cose che tutti vogliono dimenticare. Ma io no. Io della mia vita voglio ricordare tutto, anche quella terribile esperienza che si chiama Auschwitz: due anni in Polonia (e in Germania), due inverni, e in Polonia l’inverno è inverno sul serio, è un assassino.., anche se non è stato il freddo la cosa peggiore.
Tutto questo è parte della mia vita e soprattutto è parte della vita di tanti altri che dai Lager non sono usciti. E a queste persone io devo il ricordo: devo ricordare per raccontare anche la loro storia.
L’ho giurato quando sono tornata a casa; e questo mio proposito si è rafforzato in tutti questi anni, specialmente ogni volta che qualcuno osa dire che tutto ciò non è mai accaduto, che non è vero”.
Emozionante è stata la testimonianza dell’autrice dell’incontro con Settimia, a diciott’anni durante gli anni del liceo, un incontro che è rimasto nel suo cuore e nella sua mente come l’impegno a fare quanto possibile per tramandare i ricordi dell’unica superstite donna al rastrellamento di Roma, un tangibile impegno per rispondere alla domanda che Settimia ripeteva spesso nei suoi incontri con i giovani: «E che cosa accadrà quando noi non ci saremo più? Si perderà il ricordo di quell’infamia?».
Il Sindaco Pierluigi Sanna ha poi dato testimonianza dell’emozione che, durante i viaggi della memoria organizzati della Regione Lazio con destinazione Auschwitz, a cui lui stesso ha partecipato, hanno provato gli studenti partecipanti, soprattutto durante la visita all’interno del campo — tra forni crematori, baracche e cumuli di reperti dell’epoca: capelli, occhiali, protesi, scarpe di adulti e bambini, bambole e tutti gli oggetti strappati ai deportati dai nazisti.
Un lungo applauso per l’intenso incontro con l’autrice che ha poi dialogato con il pubblico presente.
Nella mattinata Ilaria Patamia con Laura Maltoni hanno rappresentato, al Cinema Ariston, la Lettura teatrale di “C’era ’n ber sole”, cui hanno partecipato tutte le classi del Liceo G. Marconi. Presente il Vice Sindaco Giulio Calamita ed il Dirigente Scolastico Antonio Sapone. Uno spettacolo di grande impatto emotivo, un dialogo a distanza fra Settimia e la sorella Gentile “fatto di considerazioni e ricordi, in cui l’elemento tragico è filo conduttore del vissuto sia di chi ha patito le atrocità dei campi sia di chi ne è scampato, pur non credendosi degno della salvezza”.
Ilaria Patamia: romana, inizia presto a lavorare in Teatro. Contemporaneamente conduce studi universitari nelle discipline dello spettacolo, specializzandosi come aiuto regista cinematografico. Lavora alla stesura di testi propri di cui è anche protagonista o che porta in scena con gli attori delle compagnie che dirige.
Dal 2016, sia come autrice che come attrice, si rivolge al teatro di narrazione civile, grazie all’impegno all’interno dell’Anpi, con cui collabora ormai da diversi anni.
Laura Maltoni: Attrice – laurea in Lettere al DAMS (teatro) Bologna è attrice professionista dal 1983. Ha seguito corsi di doppiaggio presso gli Studi Titania di Roma e dal 1984 lavora nel doppiaggio, è anche adattatrice (dall’inglese e dallo spagnolo all’italiano) e regista.