Colleferro. «No all’“usa e getta” dei lavoratori». Gli ex “somministrati” manifestano presso la sede di Amazon, quella di Adecco ed in Piazza Italia
COLLEFERRO – Non erano ancora le 8:30 della mattinata di oggi, 10 Maggio, quando una quarantina di ex lavoratori “somministrati” di Amazon – come annunciato qui •> – si sono dati appuntamento presso i capannoni della logistica Amazon di Colleferro in Via Palianese.
Con pettorina arancione ed in mano cartelli con su scritto “Siamo persone non pacchi da buttare” (ed ancora “Amazon, Adecco. Create lavoro non illusioni!”, “Amazon azienda di successo o di precariato”,…), gli ex lavoratori “somministrati” (lavoratori interinali) di Amazon hanno voluto stigmatizzare il sistema delle assunzioni a brevissimo termine messe in atto dall’azienda attraverso le agenzie di lavoro interinale.
La manifestazione – che si è poi spostata presso gli uffici chiusi dell’Adecco di Via Francesco Petrarca, e quindi in Piazza Italia – è stata sorvegliata, sul piano dell’ordine pubblico, dagli agenti del locale Commissariato della Polizia di Stato, diretto dal Vice Questore dr. Francesco Mainardi, e si è svolta in maniera pacifica.
A dare solidarietà ai manifestanti sono intervenuti anche il segretario nazionale del Partito Comunista Marco Rizzo, la rappresentante del Comitato residenti Colleferro Ina Camilli, e Stefano Pollari, sindacalista dell’Usb di Frosinone.
La protesta coinvolge direttamente l’agenzia di lavoro interinale Adecco che, secondo i manifestanti, ha illuso i lavoratori “somministrati”, assunti a tempo determinato, con la prospettiva di una stabilizzazione che evidentemente non si è concretizzata.
E naturalmente riguarda anche Amazon, “rea” di utilizzare le agenzie interinali che “somministrano” all’azienda per uno, due, tre mesi, lavoratori che vengono sistematicamente sostituiti al termine del contratto.
Sarebbero «più di un migliaio, forse due – afferma il coordinatore del Comitato ex lavoratori Amazon/Adecco di Colleferro Luca Vizzaccaro – i lavoratori che sono stati somministrati dallo scorso mese di ottobre fino ad oggi. L’azienda ha continuato ad assumere praticamente sostituendo le somministrazioni… È durato più il corso di formazione di Adecco che il lavoro…
Adecco ci diceva che il magazzino era appena stato aperto, che c’era bisogno di personale e ci sarebbe stata l’opportunità di continuare, almeno per le persone che meritavano di più. Cosa che non si è verificata e ci chiediamo quali possano essere stati i criteri di scelta per le persone confermate…».
Dopo le manifestazioni davanti al magazzino Amazon, ed alla sede di Adecco, gli ex lavoratori “somministrati” si sono trasferiti in Piazza Italia sotto la sede municipale.
Ad accoglierli c’erano il Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna, l’assessore al Lavoro Francesco Guadagno, l’assessore alle Crisi Aziendali Marco Gabrielli, i Consiglieri Comunali Luigia Fagnani, Rocco Sofi e Fabio Patrizi.
Nell’area centrale della piazza, i rappresentanti dei lavoratori, attraverso un megafono, hanno evidenziato le proprie ragioni, ed il Sindaco Sanna da parte sua ha dichiarato: «I lavoratori hanno chiesto di parlare con me, ed io ci sono. Sono qui perché lo ritengo un mio dovere istituzionale.
Noi abbiamo fatto una scelta. Dopo la chiusura della discarica abbiamo voluto una ripresa del polo logistico. Ci sembrava giusto che quell’area industriale potesse ospitare nuovi insediamenti.
Siamo sempre stata una città operaia. Abituati all’industria chimica e del cemento, abbiamo guardato alla logistica come ad una scelta sostenibile, senza ciminiere e senza combustioni.
È chiaro che questo sviluppo ha creato problemi di tipo occupazionale, di precariato e non solo nell’ambito Amazon, e non solo con il lavoro interinale…
E di fronte a questo problema specifico non ci siamo tirati indietro. In particolare abbiamo fatto una riunione in videoconferenza tra tutti i Sindaci delle città che ospitano analoghe strutture Amazon sul proprio territorio. Ci è sembrato un modo per condividere le problematiche e confrontarci.
Certamente questi problemi non possono essere risolti da un Sindaco, il quale non può ordinare ad un’azienda il tipo di contratto da utilizzare per assumere lavoratori.
Ciò non significa che non sia possibile istituire un tavolo coinvolgendo anche la Regione e lo stesso Governo.
In occasione della visita dell’assessore (al lavoro della Regione Lazio – ndr) Di Berardino gli ho chiesto di unire le vertenze di Colleferro e Passo Corese. Sul “tavolo ella discussione” ci sono essenzialmente due elementi: la possibilità di essere richiamati, ed il tema della stabilizzazione che deve riguardare un numero di lavoratori sempre maggiore, e nel più breve tempo possibile.
Se glielo chiedono tutti i Sindaci d’italia che ospitano magazzini Amazon, non credo che la Regione o lo stesso Ministero del Lavoro si tirino indietro.
Anche se al nord – probabilmente perché vivono in aree economicamente più ricche – il problema sembra essere meno sentito.
La nostra realtà invece è una realtà molto diversa e per certi versi drammatica.
La nostra Amministrazione dunque c’è ed anche attivamente. Risponderemo a tutte le interrogazioni, chiaramente per quanto rientra nelle nostre dirette competenze.
Siamo a disposizione dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali, anche per un confronto anche sui dati.
Abbiamo sempre fatto “battaglie”: la nostra storia è una storia di battaglie; siamo la città dell’occupazione della fabbrica, dello smantellamento delle grandi fabbriche, con le chiusure, con i licenziamenti… ci siamo abituati nei decenni a quel tipo di lotta.
Ed oggi la mancanza del rinnovo contrattuale è una questione che la nostra amministrazione – per quanto di sua competenza – non mette al secondo posto della sua agenda politica.
Consideriamo sempre che né la Commissione consiliare “Lavoro”, né il Consiglio comunale di Colleferro possono far cambiare idea ad Amazon.
Per quanto mi riguarda il tavolo in Regione Lazio su questa questione l’ho già chiesto e intanto possiamo iniziare a registrare l’eliminazione del “tabù” dell’impossibilità di essere richiamati al lavoro per coloro che sono stati già licenziati.
Non è la soluzione del problema, ma è un primo passo, convinti che se ci muoviamo tutti insieme, anche con i Sindaci delle grandi città che ospitano magazzini Amazon, è possibile che il Ministero del Lavoro prenda la questione nella considerazione che merita e magari con risultati migliori…
Amazon – ha concluso Sanna – ha dichiarato che ci sarebbe stata la stabilizzazione di circa 500 lavoratori in tre anni, e già ne ha stabilizzati 350.
Il tema evidentemente riguarda la somministrazione. L’apertura del tavolo in Regione ed al Ministero potrà chiarire questo aspetto e potrà indurre l’azienda, attraverso norme precise, ad un utilizzo della norma stessa più serio e più concreto….».