Colleferro. Presentato in anteprima al Multisale Ariston “Città Novecento”. Narrato con la voce di Alessandro Haber, è un docufilm sulla città, dalla fondazione allo Spazio

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COLLEFERRO – Tra gli eventi inclusi rassegna Riflessi della Festa del Cinema di Roma 2021, la prima dell’era “postpandemica”, l’unico che non ha avuto luogo all’interno delle “mura” Capitoline, è stato la proiezione del docufilm “Città Novecento”.

La proiezione serale è stata anticipata, nel pomeriggio, da una conferenza stampa tenutasi presso l’Auditorium Morandi di Colleferro, all’interno del perimetro dello stabilimento.

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Alla conferenza, presenti il Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna e l’Ass. Francesco Guadagno, sono intervenuti, tra gli altri, il Regista Dario Biello, Diego Biello della società di produzione cinematografica Filmedea, e l’Ing. Gianfranco Siniscalchi (anche attore all’interno del docufilm), il quale ha, tra l’altro, affermato: «Il film Città Novecento è la testimonianza di come in cento anni lo sviluppo industriale e sociale della primigenia industria Bpd si sia rigenerata trasformandosi in una azienda fortemente competitiva a livello mondiale per la conquista dello spazio.
Oggi occorre salvare e rigenerare l’intero territorio, una volta occupato dai reparti di lavorazione della Bpd, per metterlo a disposizione della intera collettività locale, regionale e nazionale come museo tematico diffuso che illustri permanentemente il percorso evolutivo di attività tanto sofisticate».

Il film – in cui si ripercorre la storia di Colleferro narrata con la voce, spesso fuori campo, di Alessandro Haber e con la cinepresa posta al centro dell’anima industriale della città – è stato proiettato nella serata di martedì, 19 Ottobre, in anteprima, al Multisale Ariston di Colleferro alla presenza di numerosi invitati.

Tra i nomi eccellenti presenti in sala, c’erano il Generale Enzo Vecciarelli, Capo di Stato Maggiore della Difesa, il Procuratore Capo della Repubblica del Tribunale di Velletri Giancarlo Amato, i parlamentari (od ex) Goffredo Bettini, Bruno Astorre, Maria Spena, Renzo Carella, i Consiglieri regionali Eleonora Mattia e Rodolfo Lena, il Presidente di Lazio Innova Nicola Tasco.
Per le Forze dell’Ordine c’erano il Dirigente del locale Commissariato della Polizia di Stato Vice Questore dr. Francesco Mainardi, il Comandante la Compagnia Carabinieri di Colleferro Capitano Vittorio Tommaso De Lisa, ed il Comandante la locale Compagnia della Guardia di Finanza Capitano Salvatore Pezzella.
E poi ancora dirigenti di aziende ed industrie del territorio, Dirigenti Scolastici, autorità ecclesiastiche, e rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, con in testa il Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna che ha fatto gli “onori di casa”.

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«Quando nel 2018 vincemmo il titolo di Città della Cultura Lazio – ha affermato il Sindaco Sanna – nessuno ci credeva davvero che Colleferro potesse essere a pieno titolo “Città della Cultura”.
Questa idea, questo film è nato proprio da lì, proprio nel 2018, ed oggi è realtà.
Una realtà importante, che dimostra che il percorso di crescita, di sviluppo della conoscenza del nostro patrimonio, un patrimonio tutto novecentesco, può portare a grandi risultati. Chi approfondisce talvolta commette l’errore di ritenere importante e degno di nota soltanto ciò che è accaduto o è stato prodotto nel ’700, nell’800, nei secoli passati.
Talvolta il ’900, forse per vicinanza con il nostro presente, ci appare non all’altezza di essere rappresentato. Eppure noi siamo Città del Novecento. Siamo Città di Fondazione, l’unica nel Lazio nata con vocazione industriale, ed abbiamo una grande storia da raccontare.
Una storia che passa attraverso il sudore, il lavoro, la fatica di donne e di uomini che da tutta Italia sono venuti qui a lavorare. E qui hanno trovato non solo un luogo di lavoro, di riscatto, di recupero della dignità, ma un luogo bello, un luogo architettonicamente, urbanisticamente e socialmente affascinante.
Nel film c’è un bellissimo passaggio di un frammento di un’intervista all’Ing. Riccardo Morandi, in cui gita intorno alla parola “bellezza” senza mai pronunciarla, come solo gli ingegneri sanno fare.
Mi sono permesso invece il “lusso” di usarla questa parola perché la nostra storia, la nostra città, incontra con forza il tema della bellezza nonostante le ferite, quelle ambientali, ma quelle della cronaca, scosse importanti…
Se quelle scosse non ci hanno buttato a terra è perché c’è una grande storia dietro, c’è una profondissima radice che ci regge sempre in piedi e che dimostra che questa comunità operaia ed operosa sa parlare agli intelletti, allo spirito delle persone, al loro cuore, e sa portare il suo nome in giro per il Paese con grande dignità e per le cose belle.
Credo che riuscire a ribaltare il tema del “grigiore” è stato davvero complicato. Colleferro è stata la città del grigio e del cemento per tanto tempo. Vedrete nel film come Morandi ribalta il concetto del grigiore del cemento. “Cemento” diventa una parola persino bella. Mi ricorda le “Lezioni Americane” di Calvino, il dibattito tra leggerezza e pesantezza… In questo caso Morandi dimostra che Medusa, con il suo sguardo, non pietrifica tutto ma Perseo per alcuni versi assicura a tutti noi, una leggerezza storica che ci consegna un’importante fetta di futuro…».

«…Non sono un regista – ha detto Dario Biello, “coregista” insieme a Pierluigi Ferrandini – sono una persona nata a Colleferro che ha condiviso una visione con l’Arch. Luca Calselli ormai parecchio tempo fa.
Una visione che, grazie alla lungimiranza dell’Amministrazione comunale, è diventata in qualche modo realtà e che sta iniziando a portare i suoi frutti a compimento.

Il docufilm che vedrete questa sera nasce dal “Progetto Novecento”.
Città Novecento è un’opera sperimentale è un progetto pilota, è la puntata “Zero” di un percorso che vorremmo rappresentasse con la fiction – ma anche con l’indagine, l’analisi, la ricerca storica – le città di fondazione partendo dai villaggi operai, anzi dalle utopie ottocentesche passando per i villaggi operai e proseguendo per le città di fondazione dell’epoca fascista, per le città di ricostruzione come quelle di piani Ina casa, fino all’architettura del XXI secolo. Quindi un viaggio che ci vuole portare anche nella logica delle città di fondazione dell’epoca dello spazio, dell’epoca della sostenibilità ambientale.
È una ricerca che abbiamo provato a rappresentare in “Città Novecento” con il Comune di Colleferro perché Colleferro ha un elemento unico nella storia dell’architettura: è unica a raggruppare al suo interno, le città di fondazione, ma anche le città aziendali ed ancor prima i villaggi operai, temi progettuali ed architettonici che sono stati spesso celebrati e che possono godere di riconoscimenti importanti come quelli dell’Unesco.
Questa che vedrete stasera è una produzione cinematografica che si deve anche al coraggio di una società di produzione che si chiama Filmedea, anch’essa di un colleferrino che come me condivide una carta d’identità con questo nome.
Un ultimo ricordo lo vorrei dedicare ad Antonio Pennacchi purtroppo scomparso poco tempo dopo l’intervista che appare nel film…».

«Sono molto contento di essere qui – ha affermato l’On.le Goffredo Bettini, che della Festa del Cinema di Roma è uno dei fondatori – non solo perché amo il cinema, ma ho sentito – nelle parole del Sindaco di questa sera, e nel modo in cui sono stato invitato – l’orgoglio di una comunità. Il senso di una comunità.
E la comunità di Colleferro è una comunità molto particolare, fondata sulla fabbrica…
In alcuni casi ho avuto anche modo di scriverlo: la bellezza di una città non sta nei suoi monumenti – che sono molto importanti – ma quando visito le città, anche le grandi capitali europee dell’impero asburgico, con la stratificazione, la patina del passato, vado sempre nei quartieri più “laterali”, fuori dai percorsi turistici, per assaporare la “città normale”, che significa sentire come in quella città sono passate le persone. Oltre la grande storia, c’è stata una piccola storia. E cioè la storia una umanità – pensate al Novecento che è stato un secolo terribile – che nonostante tutto ha continuato a mantenere forte il filo della vita. E cioè esiste una “resistenza umana” rispetto alla grande storia, che dà il senso della comunità. La vedi, la vedi nei palazzi, nei muri solidi, nelle finestre illuminate che hanno un po’ il sapore del passato…
È la bellezza di un qualcosa che è stato costruito con la resistenza umana e che si riversa proprio nel complesso urbanistico di una città.
Qui c’è il segno di una storia, di una classe operaia, dei lavoratori, che ha dato a questa città quel connotato particolare che è presente in quei palazzi, in quegli edifici funzionali a questo centro vitale della fabbrica moderna si sente qualcosa che ti richiama ad un passato che sono le tue radici.
E quindi che un sindaco, un bravissimo sindaco, uno dei migliori che abbiamo nel Lazio, ha detto: «Ma io questa storia la voglio raccontare, la voglio presentare al di fuori di questa città. La voglio comunicare attraverso la cultura, attraverso il cinema» che tra le arti è la più importante, la più bella, quella che racchiude in sé tante altre arti… ecco io l’ho trovata una cosa non solo giusta ma anche un po’ commovente. Ecco perché ho detto «Vengo molto volentieri»…
E poi c’è un altro motivo. La Festa del Cinema di Roma io l’ho fondata. Era Sindaco Walter Veltroni. Io ho sempre amato il cinema. Le mie due grandi passioni sono state proprio il cinema e la politica. Le prime te edizioni furono davvero straordinarie. Insistevo molto con l’idea di portare la Festa del Cinema nella città. Non chiamare solo i romani a venire dentro il villaggio della festa, ma fare la festa tra i romani, nelle periferie.
Ricordo una bellissima serata che organizzammo con Leonardo Di Caprio proprio a Tor Bella Monaca. Fu un’esperienza per certi aspetti scioccante. Due mondi che s’incontravano, la star holliwoodiana ed i giovani che in questi quartieri faticano a vivere ad avere un futuro…
Poi ho saputo che c’era questa “diramazione” della festa in una città importante come Colleferro, e questo fatto mi ha riportato alla mente quell’idea.
Si parla tanto di crisi della democrazia, di crisi della rappresentanza, vedi le ultime elezioni in cui la gente non ha votato. Qui sono presenti molti rappresentanti delle istituzioni repubblicane che hanno bisogno di sentire sotto i piedi che c’è un popolo di cittadini che intervengono, partecipano e danno la sicurezza di rappresentare bene una base elettorale e sociale che si riconosce nelle istituzioni.
Questo in gran parte è un po’ svanito. Le ragioni sono tante.
Però c’è una cosa sulla quale insisto moltissimo. In questa situazione c’è un presidio molto importante: sono i sindaci. Penso che se in questo Paese avessero più spazio, più forza, avremmo una classe dirigente più umana e più attenta alle persone e capace di fare quel lavoro di comunicazione costante dall’alto in basso che fu fatto dai grandi partiti di massa nel dopoguerra, la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista, il Partito Comunista… grandi forze che erano capaci di avere sempre il polso della situazione. Invece qui abbiamo un “buco nero”, quello della rivolta, della non rappresentanza, della sfiducia, dell’individualismo.
Penso che i sindaci, come il nostro giovane sindaco di Colleferro, ed il fatto che loro rappresentino l’orgoglio di una comunità e nello stesso tempo il desiderio di essere sempre a contatto con i propri cittadini, di stare nella piazza a sentire, a ricevere… sia la sintesi migliore di una repubblica, di una democrazia che continua ad avere un’ispirazione costituzionale.
Dobbiamo aiutare tutti ad essere stessi, a poter sperare in un futuro migliore ed a poter anche regolare il conflitto in modo produttivo. Perché nella società c’è sempre un conflitto. Guai ad avere conflitti non rappresentati. Invece il sindaco sente, ascolta e rappresenta…
Volevo davvero ringraziare il Sindaco – ha concluso Bettini – la sua giunta e la città che lo ha aiutato perché questa sera è un piccolo granello di partecipazione, di orgoglio comunitario, nel rafforzamento dei canali della democrazia italiana».

In sala naturalmente erano presenti, oltre al regista del film, anche gli altri che hanno collaborato alla produzione, gli attori, le comparse, gli sponsor… e poi la proiezione, con la narrazione di Alessandro Haber, ripreso mentre attraversa le vie del centro storico – il Complesso Monumentale Morandiano – fino ad entrare nella fabbrica, con la sua voce, spesso fuori campo, che ripercorre oltre cento anni di storia, dall’embrione della fabbrica, e della città – il Villaggio Operaio Liberty di Michele Oddini -, all’evoluzione della produzione industriale, e del corpo urbanistico razionalista disegnato da Riccardo Morandi, attraverso lo scoppio del ’38, le manifestazioni operaie, con un animus sociale mai domo, proiettato verso il futuro – la Capitale Europea dello Spazio.

Strutturalmente il docufilm alterna sapientemente tre linee narrative che sono rappresentate:

  • dalla fiction – con la ricostruzione visiva storica affidata a Pierluigi Ferrandini ed alla narrazione di Haber;
  • dallo “slideshow” delle immagini e dei video di archivio, tra i quali diversi inediti;
  • dai commenti del filosofo Massimo Cacciari, dello storico Emilio Gentile, del critico e storico dell’architettura Luigi Prestinenza Puglisi, dell’architetto Claudia Conforti, del già professore ordinario di Urbanistica Maurizio Morandi (figlio di Riccardo) e dello scrittore Antonio Pennacchi, quest’ultimo scomparso poco dopo l’intervista inserita nel film.

Al termine il sindaco Pierluigi Sanna ha commentato: «Il lancio alla Festa del Cinema di Roma con la Dottoressa Francesca Via (Direttore Generale Fondazione Cinema per Roma) ed a Colleferro con l’onorevole Goffredo Bettini, è un lancio appositamente dedicato ad addetti ai lavori ed autorità che avranno il compito sin da ora di accompagnare il film prima nelle 60 sale italiane già nel mese di dicembre e poi magari direttamente in TV.

Sono certo che questa nostra comunità di lavoratrici e lavoratori, di gente per bene e con la schiena dritta sarà orgogliosa di questo lavoro corale che ci consegna un’altissima dignità culturale in una delle arti più belle: quella del Cinema!

Ringrazio la regia, la produzione, le autorità nazionali regionali e locali, tutti coloro che hanno lavorato al film, i dipendenti comunali, le aziende della nostra città per il contributo dato al raggiungimento di questo grande risultato».

 

 

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