Colleferro. Processo al Pregiudizio. L’imputato è stato condannato. Stupenda simulazione in Biblioteca Comunale partendo da una trasmissione di Rai3 “Il Cavallo e la Torre”

Nola FerramentaNola Ferramenta

COLLEFERRO – Nel pomeriggio di ieri, a partire dalle 17,30, nella Biblioteca Comunale “Riccardo Morandi” di Colleferro si è svolto il… “Processo al Pregiudizio” “La Torre e il Cavallo”, la mossa mancante del contraddittorio.

Farmacia Comunale Colleferro ScaloFarmacia Comunale Colleferro Scalo

Come annunciato in un nostro precedente articolo, «Partendo dall’analisi della puntata “Soldi” del programma “Il Cavallo e la Torre”, riferita a Colleferro e andata in onda su Rai3 lo scorso 24 Marzo [visibile qui •>], la Dott.ssa Paola Di Rosa mette in scena un esperimento sociale straordinario, un processo simulato con un unico imputato: il Pregiudizio».

E… non c’è che dire, l’esperimento è riuscito benissimo! Ad iniziare dal coinvolgimento di pubblico che ha gremito – come di rado in precedenza – l’intera biblioteca, all’interno della quale, è stata allestita una minimale aula di tribunale sistemata nell’area in cui normalmente avviene la presentazione dei libri. Mancava il tipico “martello del giudice”, ma non le toghe indosso agli operatori della giustizia nel processo…

Non si è trattato di una rappresentazione teatrale dilettantistica, ma di una vera e propria simulazione, solo parzialmente imbastita a priori.

Ecoerre-Poliambulatorio_SpecialisticoEcoerre-Poliambulatorio_Specialistico

L’organizzatrice, la d.ssa Paola Di Rosa – Notaio pubblico in Anagni – ha tenuto infatti a sottolineare «che tutti gli interventi messi in atto non hanno avuto come base un copione ma si sono svolti in presa diretta, in modalità autentica e spontanea, partendo dall’elaborazione di testi pensati e mirati alla costruzione del pregiudizio, ed in particolare del pregiudizio specifico: che cosa sia Colleferro nel 2023».

È stato dunque messo in atto il contraddittorio tramite la simulazione di un processo all’imputato unico: il Pregiudizio.

Alla “sbarra” c’era dunque il Pregiudizio, impersonato da un’eccezionale Lucia Salfa.
Il Giudice era la d.ssa Paola Di Rosa, il Pubblico Ministero era l’avv. Chiara Mulliri.
Il Difensore dell’imputato era l’avv. Alessandro Ceci e l’Accusa/Parte Civile era rappresentata dall’avv. Emanuele Girolami.
I Testimoni erano: i professori Settimio Marcelli e Luigi Moratti; il responsabile della Pastorale giovanile e dell’oratorio diffuso di Colleferro Don Christian Medos; il Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna; Benedetta Bartolomei e Alessandro Agrimi in rappresentanza dei giovani di Colleferro.
Con la collaborazione della dott.ssa Simonetta Bianco e l’avv. Micaela Lubrano per la stesura dei testi.

Nella simulazione va evidenziato che sono state preparate le sole domande: i testimoni e le parti hanno risposto liberamente, consentendo così la vera dinamica del processo nella fase dibattimentale, svoltasi effettivamente come si sarebbe svolta in Tribunale.
Infatti l’idea era quella di “simulare” il processo e non di fornirne una mera “rappresentazione”.

Tutti gli avvocati hanno lavorato come avrebbero lavorato in un processo ordinario, preparando il loro discorso introduttivo, il controesame e la conclusione esposti. Il tutto (cosa che nella realtà non accade) senza aver avuto modo di conoscere i testimoni in precedenza, quindi senza aver potuto concordare alcunché.
La qual cosa ha reso ancor più “reale” (oltre il ‘realistico’) il processo, che ha avuto, nella testimonianza di Don Christian Medos e nella strenua difesa della città da parte di un giustamente risentito Sindaco Pierluigi Sanna, i momenti più significativi…

Fino ad arrivare alla sentenza del Giudice, Paola Di Rosa…

La Sentenza

«La giustizia senza la mediazione della ragione umana, può essere ingiusta se applicata alla lettera.
Questo Tribunale, ricorda che l’obiettivo del processo simulato era quello di ristabilire il contradditorio.
La descrizione che tenga conto di una sola faccia della medaglia è affetta da pregiudizio ed il giudizio che ne scaturisce è quindi condizionato dalla mancanza del contraddittorio.

Oggi il contraddittorio è stato ristabilito e non voglio rischiare di cadere anche io nel pregiudizio.
Sono stata per tutta la durata del processo nell’impossibilità di imputare, di calcolare la parte di colpa e di innocenza che spetta al pregiudizio.

È stato convincente l’imputato, bravo il suo avvocato ed i testi ascoltati.
Ho condiviso le conclusioni del PM e sono rimasta incantata dai giovani che ha portato come testimoni, che quasi mi rubano il mestiere.
C’è stato, nel loro modo di rispondere, qualcosa che ha tirato fuori tutto il loro valore che sicuramente parte dalla base familiare, dal carattere, dalla scuola, ma anche dalla città in cui sono cresciuti, Colleferro.
Ho condiviso le conclusioni della parte civile…
Quindi….

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Prima sposto la Torre,
e visto l’art.533 cpp, al di là di ogni ragionevole dubbio dichiaro il Pregiudizio, nella sua accezione negativa, COLPEVOLE di aver fatto male ad una comunità, e soprattutto ai giovani di questa città.

Poi eseguo con coerenza la mossa del cavallo,
salto e spiazzo, concedo le attenuanti generiche, e chiedo a ciascuno di noi di scavalcare la personale soglia di pregiudizio e ogni pregiudizio negativo anche quando la situazione “ci tocca meno da vicino”.

È stato un processo ad una entità astratta, non alla trasmissione, né al giornalista, né allo scrittore, né ai giovani intervistati.

Per combattere il pregiudizio occorre individuarne la matrice. “Parlare di soldi e di giovani, in quel paese in cui è avvenuto un delitto che ha sconvolto l’Italia” oppure “Il delitto è stato il punto di partenza e per “capirne” le ragioni. Si sono addotte le motivazioni dei soldi e del degrado, che diventano quindi un fattore di rischio che porta al crimine?”.

 

In effetti dalla testimonianza di Don Christian Medos è emerso che, nel servizio televisivo cui ci si riferisce, non vengono inserite interviste – compresa la sua – nelle quali la città di Colleferro ed il suo tessuto sociale, avrebbero dato una immagine diametralmente opposta a quella che – evidentemente – voleva dare la trasmissione…

Del resto per rappresentare uno spaccato di sacche di gioventù con valori effimeri (pure esistenti, ovunque), quali migliori contesti potevano essere rappresentati se non quello di Colleferro – dov’è stato brutalmente ucciso un “qualsiasi” Willy Monteiro Duarte – o di Alatri – dove un colpo di pistola ha messo fine alla vita di un “qualsiasi” Thomas Bricca?

Gioco facile… Per il Pregiudizio…

 

Gulliver - Saldi Estivi 2024