Emergenza Coronavirus. Positivi i test sui topi svolti allo Spallanzani: gli anticorpi bloccano il virus. Test sull’uomo dopo l’estate

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ROMA – Funzionano gli anticorpi generati nei topi dal vaccino italiano dell’azienda Takis: lo indicano i test eseguiti nel laboratorio di Virologia dell’istituto Spallanzani.

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A comunicarlo è l’amministratore delegato Luigi Aurisicchio, fondatore e amministratore di Takis, azienda biotech di Castel Romano specializzata in vaccini anti-cancro, in corsa per un siero in grado di proteggere dal nuovo coronavirus.
È il livello più avanzato finora raggiunto nella sperimentazione di un candidato vaccino nato in Italia, ma i test sull’uomo sono previsti comunque dopo l’estate.

«È andata bene – ha detto Aurisicchio – il saggio effettuato sul virus di Covid-19 allo Spallanzani ci ha permesso di individuare i due ’candidati vaccini’ più promettenti.
Nel giro di due settimane avremo i risultati di un mega-studio in corso a Castel Romano che ci dirà quanto dura la risposta immunitaria innescata, e ci permetterà di individuare il vaccino migliore da portare in sviluppo. E, se tutto andrà bene, potremo iniziare gli studi sull’uomo dopo l’estate: vogliamo farli a Napoli, con il gruppo dell’oncologo Paolo Ascierto».

«Procedendo con questi ritmi – ha spiegato il direttore sanitario, Francesco Vaia – sarà possibile avviare da luglio le prime sperimentazioni sull’uomo e se i primi test daranno un esito positivo, porteranno nel 2021 alla somministrazione del vaccino su un alto numero di persone a rischio e, spero, alla dimostrazione della sua efficacia».

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Se il gruppo di Oxford e gli americani già hanno iniziato i test sull’uomo, Takis resta in gioco. «Avevamo messo a punto cinque candidati vaccini contro il virus Sars-Cov-2 – ha affermato Aurisicchio – che nei test sui topi hanno mostrato una forte immunogenicità, con una buona risposta anticorpale.
Il saggio allo Spallanzani ci ha permesso di individuare i due che danno una risposta migliore: non è tanto la quantità di anticorpi, ma la qualità che è in grado di neutralizzare bene la regione ‘chiave’ della proteina Spike», l’arpione che il virus usa per penetrare nelle cellule. I candidati vaccini Takis contengono solo un frammento di Dna e sono basati proprio sulla proteina Spike, sfruttando una tecnologia chiamata elettroporazione: l’iniezione nel muscolo è seguita da un brevissimo impulso elettrico che aumenta l’efficienza del vaccino stesso.

«È vero, altri gruppi sono già ai trial sull’uomo – ammette Aurisicchio – ma noi abbiamo voluto valutare con un saggio funzionale direttamente sul virus l’efficacia dei nostri candidati. E lo potevamo fare solo allo Spallanzani.
Questo ci ha permesso di individuare i due più promettenti.
Nel giro di due settimane avremo altri risultati, frutto dello studio che si chiude oggi a Castel Romano. Un’azienda austriaca produrrà poi il vaccino su larga scala per avviare lo studio sull’uomo dopo l’estate. Ma la nostra speranza è quella di accedere al mega-finanziamento europeo che verrà annunciato oggi, mirato proprio allo sviluppo di un vaccino. E di riuscire a svilupparlo in Italia».

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Per la sperimentazione di questo vaccino è scesa in campo la Regione Lazio in accordo con il ministero dell’Università e della Ricerca.
Nelle scorse settimane la Regione ha annunciato di destinare 5 milioni di euro all’istituto proprio per contribuire alla ricerca del vaccino contro il Covid-19.