Frosinone. Sparatoria in Via Aldo Moro. Aumentati i controlli “anti vendetta” ed affidato l’incarico per l’autopsia sul corpo di Kasen Kasmi. Ancora introvabile la pistola
FROSINONE – Dopo la sparatoria tra albanesi – che è avvenuta nel tardo pomeriggio di Sabato 9 Marzo – il Questore Domenico Condello ha disposto che venga alzato il livello di attenzione sul controllo del territorio dove si temono vendette e ritorsioni tra le famiglie coinvolte.
Secondo quanto asserito dal 23enne Mikea Zaka, autore della sparatoria, la vittima – il 27enne Kasemi Kasmi – era arrivato insieme al fratello e ad altri due amici per affrontarlo, a causa della relazione sentimentale che il 23enne aveva intrecciato con una donna.
La donna, è stata identificata, non è stata ancora sentita.
L’ipotesi è plausibile ma in Procura non ci credono: restano in primo piano la lotta per le piazze di spaccio e forse anche per quelle della prostituzione.
La Lancia Y con la quale la vittima, il fratello e i due amici, sono arrivati allo Shake Bar, è stata parcheggiata in malo modo, e molto probabilmente col motore acceso, segno che, nelle intenzioni, la loro sarebbe stata una “visita breve” in un luogo dal quale eventualmente allontanarsi rapidamente.
Non avevano messo in conto che da lì non sarebbero andati via con lo stesso mezzo con il quale erano arrivati.
La reazione “esplosiva” di Mikea Zaka evidentemente non l’avevano messa in conto.
Del resto la reazione del 23enne lascia pensare che fosse “preparato” ad una simile eventualità, disposto a girare armato pur sapendo di essere particolarmente “attenzionato” dalle Forze dell’Ordine.
La fuga e poi il “lancio” della pistola calibro 22 nel Fiume Cosa.
Vigili del Fuoco e Squadra Mobile la stanno ancora cercando.
L’ha gettata per disfarsene alla luce di quanto appena accaduto, oppure quella stessa arma ha una storia che Mikea Zaka non vuole che venga raccontata…
Dopo le prime dichiarazioni rilasciate al momento dell’arresto, il 23enne – assistito dall’avvocato Marco Maietta – nel corso dell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il Sostituto Procuratore Samuel Amari, titolare delle indagini, ha disposto che venga svolta l’autopsia sul corpo della vittima e dovrebbe già aver conferito l’incarico al medico legale, ai periti balistici ed a quelli informatici per ottenere la copia forense dei telefonini sequestrati a tutte le persone coinvolte.
Questa sera, intorno alle ore 19, nella Chiesa S. Paolo al Quartiere Cavoni, ci sarà una veglia di preghiera – presieduta dal Vescovo Diocesano, S.E. Mons. Ambrogio Spreafico – per dire “no” ai tragici fatti di violenza che hanno colpito il territorio.