“Nuove Frontiere per la diagnosi del carcinoma del collo dell’utero attraverso l’mRNA HPV test”. Interessante convegno presso lo Studio medico Di Fraia a Colleferro
COLLEFERRO (RM) – “Nuove Frontiere per la diagnosi del carcinoma del collo dell’utero attraverso l’mRNA HPV test” era il tema di un interessantissimo convegno che si è svolto qualche settimana fa presso lo Studio Medico del dr. Pietro Di Fraia che ha sede a Colleferro in Largo Biagio della Rosa.
Al convegno hanno partecipato medici, specialisti in diverse branche della medicina, liberi professionisti e dipendenti di Asl, provenienti da tutta Italia.
L’infezione da Hpv (dall’inglese Human papilloma virus) è molto frequente nella popolazione e si trasmette prevalentemente per via sessuale. La stragrande maggioranza delle infezioni è transitoria e asintomatica. Tuttavia, se l’infezione persiste, può manifestarsi con una varietà di lesioni della pelle e delle mucose, a seconda del tipo di Hpv coinvolto. Alcuni tipi di Hpv sono definiti ad alto rischio oncogeno poiché associati all’insorgenza di neoplasie. Il tumore più comunemente associato all’Hpv è il carcinoma del collo dell’utero (cervicocarcinoma o carcinoma della cervice uterina), che è il primo cancro a essere riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) totalmente riconducibile ad un’infezione.
Il test mRNA HPV consente di identificare le infezioni persistenti da Hpv.
Senza approfondire ulteriormente qui la problematica specifica, il convegno, organizzato e condotto in maniera ben diversa dai convegni “classici”, è stata l’occasione per presentare ai convenuti nuovi sistemi e strumentazioni che rivoluzionano il modo di diagnosticare ed identificare queste, ed altre patologie.
Al convegno tra i “relatori”, oltre al prof. Di Fraia, è intervenuto anche il dr. Rodriguez, esperto in biologia molecolare, che ha approfondito la relazione tra le patologie (non solo l’Hpv) ed il sistema di indagine con il quale queste nuove strumentazioni, prodotte dalla Hologic, possono fornire risultati diagnostici prima impensabili.
Il convegno ha rappresentato l’occasione per discutere e confrontarsi – alla luce dei nuovi ed avanzatissimi test diagnostici che consentono, con la stessa sensibilità dei test del Dna, una maggiore specificità clinica – sulla diffusione su larga scala dei nuovi test e sull’opportunità di giungere a stilare nuove linee guida in tal senso.
Tutta la “filiera diagnostica” del carcinoma del collo dell’utero, con l’uso di queste nuove strumentazioni, viene già effettuata da diversi centri medici privati in tutta Italia – compreso lo Studio Medico del dr. Di Fraia, che ha optato proprio per le strumentazioni della Hologic – mentre nell’ambito pubblico, per il momento, è disponibile un solo centro (a Roma) munito di queste strumentazioni di nuova generazione.
Tra gli aspetti più interessanti trattati nel convegno c’è stata senz’altro la valutazione di come intervenire al fine di “standardizzare” i nuovi sistemi diagnostici, arrivando ad inserirli nelle linee guida, e soprattutto a rendere gli stessi accessibili, in termini di costi, alle pazienti.
La partecipazione attiva dei medici specialisti intervenuti ha contribuito significativamente a rendere il convegno di estremo interesse e di oggettiva validità, non solo dal punto vista strettamente professionale, ma anche sul piano sociale con interessanti orizzonti certamente da estendere a livello di Servizio Sanitario Nazionale.