Un saggio sulla figura di Cristo, tra Oscar Wilde e Pier Paolo Pasolini. Aldo Onorati ed il suo ultimo libro

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Chi è stato veramente Gesù? Per un credente la risposta è scontata: il figlio di Dio. Ma per chi non crede? È possibile darne un giudizio di valore, pur avendo una visione non religiosa dell’esistenza?

Ci prova e ci riesce lo scrittore Aldo Onorati nel suo ultimo libro, appena dato alle stampe dall’editrice Loffredo di Napoli: “il Cristo di Wilde e di Pasolini”, un saggio breve, ma molto denso nei contenuti e intelligente nell’impostazione, che propone un accostamento davvero originale quanto interessante tra le opere di due grandi intellettuali, apparentemente distanti fra loro: Oscar Wilde, poeta e drammaturgo nell’Inghilterra di fine Ottocento noto per i suoi aforismi taglienti, e il nostro Pier Paolo Pasolini, scrittore scomodo e provocatorio del secolo scorso.

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Entrambi, hanno dedicato degli scritti importanti alla figura di Gesù, su cui si sono interrogati profondamente, tentando di dare una propria lettura di questo “personaggio” che ha impregnato di sé gli ultimi duemila anni come nessun altro.
La figura del Cristo è posta sotto la lente dei due intellettuali, “depurata”, per così dire, dal dogma della vita eterna, in cui non credevano.
Tolta l’ immortalità, cosa resta dunque se non l’Uomo?

Gesù viene infatti analizzato non nell’aspetto divino, ma piuttosto nella profonda umanità del suo messaggio e della sua predicazione coerente fino alla morte in croce, senza la quale le sue idee non avrebbero avuto la stessa forza dirompente.
Mettendo a confronto gli scritti di questi grandi della letteratura mondiale, Onorati, attingendo ora all’ uno ora all’altro, ci restituisce un Cristo rivoluzionario e insieme poetico, fonte di una energia spirituale inesauribile, capace di innalzarsi all’immortalità attraverso la grandezza del suo sacrificio.

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Il piccolo saggio di Onorati ha anche il merito di riportare l’attenzione sui due geniali scrittori, riavvicinando il lettore al loro sistema di pensiero attraverso l’opera letteraria.
Molto belle le pagine dedicate dall’Autore al ricordo di Pier Paolo Pasolini con cui giovanissimo imbastì un’amicizia, di cui ci regala qualche stralcio prezioso, tra cui una bella intervista da lui stesso realizzata negli anni ’60 ai Castelli Romani.

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Laura Frangini

 

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